Dopo molte ore di viaggio siamo giunte nella piccola cittadina di Oudshoorn dove abbiamo ricevuto un’accoglienza al di sopra delle nostre aspettative, infatti, sin da subito ci siamo sentite parte di una vera e propria famiglia.
Ricordiamo ancora quei piccoli visini che spuntavano da dietro le gonne delle suore, non ci aspettavamo proprio di trovare dei bambini cosi piccoli all’interno della casa famiglia e dei problemi cosi grandi nella comunità di Oudshoorn. Ci siamo, così, subito rimboccate le maniche cercando di dare il nostro contributo nel miglior modo possibile.
Il primo impatto con la realtà, però, lo abbiamo avuto uscendo dalla missione ed incontrando i bambini della scuola, i piccoli dell’Huis Betania (centro per bambini malnutriti) e gli abitanti della cittadina. Ascoltavamo esterrefatte i racconti delle suore, le storie dei bambini ospiti nelle casa famiglia, storie di abusi, abbandoni, violenze, promiscuità, di genitori in balia dell’alcool che non riescono a farsi carico dei loro figli. Ci sembrava tutto così surreale e così diverso dal nostro mondo. In noi sin dai primi giorni iniziava a maturare la voglia di poter fare qualcosa per questa gente ma allo stesso tempo cresceva anche l’impotenza per non riuscire a cambiare ciò che non va, ci sentivamo davvero come una goccia nel mare.
Il nostro tempo era suddiviso tra queste realtà: nella scuola materna aiutavamo le maestre nella gestione dei bambini e nelle attività ricreative; nel Huis Betania cercavamo di interagire con le madri e con i loro bambini; al Narsorg (centro pomeridiano per adolescenti) svolgevamo attività di animazione e contribuivamo alla gestione dei pasti; infine la maggior parte del nostro tempo lo trascorrevamo con i bimbi della casa famiglia (Liezel: 11, Keyleen: 3, Jason: 3, Cliffin: 2, Jasmin: 5 mesi) dando loro affetto e amore.
Nonostante siano trascorsi sei mesi dal nostro viaggio portiamo ancora vivi nel nostro cuore e nella nostra mente i ricordi e le emozioni che ci hanno accompagnato in quest’esperienza. Abbiamo trascorso momenti di pura felicità e in cui ci siamo sentite veramente utili.
Oggi, in un mondo sempre più egoista e superficiale, la generosità, la semplicità, la solidarietà e la gioia di vivere delle persone, in particolare dei bambini, che abbiamo incontrato ci hanno ricordato quali sono le cose essenziali nella vita.
Ma davvero ci sentiamo di ringraziare quelle donne straordinarie, Sr. Marina, Sr. Jini, Sr. Mini, Sr. Adelaide, Sr. Tereza, che ogni giorno affrontano questi problemi che si prendono cura con amore dei bambini cercando di donare loro un futuro migliore. Non vi dimenticheremo mai!
Eva, Martina, Marta
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