La fama della sua santità si propagò subito tra il popolo. Non soltanto i credenti salutarono la morte di un santo, ma persino gli anticlericali. Gli stessi cinque quotidiani non cattolici di Udine, liberali, anticlericali e massonici, riconobbero l’eccezionalità della sua figura di prete. Una testimonianza tra tutte, tratta dal giornale "Il Friuli", notoriamente mangiapreti: "Pare impossibile – scrisse -, ma questa volta il filantropo è un prete… è don Luigi Scrosoppi, un bravo ministro di dio (con la "d" minuscola, sic), che si prestò sempre con zelo per il bene del suo prossimo e si adoperò per l’istituzione di parecchi istituti di beneficenza".E da subito cominciarono le grazie, le guarigioni fisiche e morali, attribuite alla sua intercessione.
Il processo ordinario per il riconoscimento della sua santità si svolse dal 1932 al 1936.
Le sue virtù eroiche furono riconosciute ufficialmente da Paolo VI il 12 giugno 1978.
Giovanni Paolo II lo proclamò solennemente beato in piazza San Pietro il 4 ottobre 1981. L’ultimo miracolo, ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, necessario per la tappa della canonizzazione, fu compiuto a favore di Peter Chungu Shitima, nello Zambia. Studente dell’Oratorio di san Filippo in Sudafrica, si ammalò di polineurite periferica agli arti inferiori e della sindrome cachettica, insomma ammalato di AIDS in fase terminale. Fu mandato a casa in Zambia dagli stessi medici, perché morisse in famiglia. La comunità dell’Oratorio, i parrocchiani e la stessa famiglia cominciarono a chiedere la guarigione di Chungu per l’intercessione di padre Luigi, di cui Chungu era molto devoto. Una notte sognò padre Luigi che lo rassicurò sulla sua guarigione. Il giorno dopo cominciò ad alzarsi e a star bene, come prima della malattia. Ora si trova di nuovo in Sudafrica ed è sacerdote!
Giovanni Paolo II riconobbe ufficialmente la santità di padre Luigi nel Concistoro pubblico del 23 marzo 2001.
La solenne canonizzazione avvenne il 10 giugno 2001, in piazza san Pietro alla presenza di migliaia di fedeli provenienti dal suo Friuli e da tutte le parti d’Italia e del mondo, ove ancor oggi, e sempre con lo stesso zelo per i poveri, operano le sue amatissime suore.
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