Nonostante i pochi Km che mi separavano fisicamente da Scampia, consideravo questo Rione lontano e mai avrei immaginato di trascorrere giornate intere e vivere così intensamente la sua realtà fatta di mille contraddizioni ed affezionarmi ad un posto ed alle persone che ci vivono. Oggi capisco che più che una lontananza geografica…. era una lontananza culturale… condizionata dalla cattiva fama che ha accompagnato negli ultimi trent’anni questo territorio.
Ricordo i primi giorni, quando seppi di dover lavorare a Casarcobaleno per l’anno di servizio civile, ero un po’ titubante, mi chiedevo spesso come sarebbe andata, se fossi stata all’altezza del compito affidatomi e se mi sarebbe piaciuta come esperienza. Tutto questo era dovuto anche ad un aspetto negativo del mio carattere: partire prevenuta, nella convinzione di non riuscire ad affrontare situazioni del tutto nuove.
Dopo un anno sono qui, è finito il servizio civile e sto continuando il mio percorso; quindi la risposta è scontata: non poteva andare meglio.
Sono grata per quest’anno, per le persone che mi sono state accanto aiutandomi in ogni momento, per le persone che ho incontrato di passaggio, ma che mi hanno dato tanto, a tutti i ragazzi del quartiere che fanno parte della grande famiglia di Casarcobaleno e che, nonostante la loro corazza dura, mi hanno mostrato tanta dolcezza e amore. E di certo non dimentico i bambini del Campo Rom che mi hanno insegnato l’importanza del poco…. che è tutto.
Casarcobaleno è stata la mia casa, casa dove ho trovato solo amore, che si esplicitava attraverso il dialogo, l’ascolto e il calore delle persone che orbitano in questa bellissima realtà.
E’ stato un anno di crescita e maturazione; ho ammirato l'equipe fatta di persone grandiose che con forza, grinta, tanta pazienza e amore, mi sono state accanto consigliandomi, ascoltandomi, dandomi tanta energia, anche in momenti in cui ce n’era poca, e quindi vorrei ringraziare davvero: Pippo, Diletta, Francesca, Paola, Patty, Fabio, Carmela, Fratel Bruno, Raffaella, Carmelina, Maria e Fratel Raffaele.
Naturalmente non ho dimenticato Fratel Enrico Muller, la prima persona che mi ha accolta e che con una sola stretta di mano mi ha fatto capire che sarebbe stato un anno particolare; una persona che solo con poche parole, uno sguardo, un sorriso o un suo grosso abbraccio, mi ha fatto sentire amata, mi ha fatta sentire a casa, la benvenuta, mi ha fatto capire l’importanza di essere se stessi e di credere in se stessi. Una persona che resterà, insieme a tutti gli altri, parte importante della mia vita.
Un anno è passato e Casarcobaleno e tutti quelli che ne fanno parte ormai sono la mia famiglia, lascio tutti loro, ragazzi, bambini Rom, tutta l’equipe ed in primis Fratel Enrico miei creditori nella vita ….. e spero in futuro di riuscire a ripagarli in egual misura sforzandomi a dare in minima parte al mio prossimo… di quanto loro hanno dato a me .
E’ stata un’esperienza che farà parte del mio bagaglio personale sotto il profilo umano più che professionale, ho imparato che tutto è relativo, dipende da quale angolazione guardi la vita… e che le certezze che troppo spesso accompagnano i giudizi di quel falso perbenismo rendono le persone sempre più miserabili nell’animo.
Nel mio animo c’è stata una vera e propria rivoluzione, e questo grazie a Casarcobaleno, ve ne sarò per sempre grata! Un abbraccio a voi tutti, Ludovica
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