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Gioia... Gratitudine... Essenziale...

Gioia... Gratitudine... Essenziale...

Finalmente a fine settembre 2022 in 34 (28 ragazzi, accompagnati da 6 adulti), siamo partiti verso l’Africa, in Togo e in Benin, e verso il Brasile, ospitati dalle suore della Provvidenza presso le loro missioni.

Non sapevamo nulla di quello che ci attendeva; avevamo pianificato qualche attività attraverso le videochiamate fatte con le suore in Africa e Brasile, più con lo scopo di conoscerci un po' prima della partenza, ma nulla poteva anticipare veramente quello che avremmo vissuto.

In questi brevi incontri on line, alle piccole paure o preoccupazioni, curiosità o ansie espresse dai ragazzi su quello che avremmo fatto, la risposta delle suore in Africa e di Rodrigo e suor Maria in Brasile è stata: “Vi aspettiamo con gioia, non vediamo l’ora che venite”.

E così il giorno della partenza è arrivato e il nostro viaggio è iniziato.

Cosa abbiamo fatto?

Siamo stati semplicemente con le suore, ci hanno fatto vedere le loro missioni, le attività che fanno nei villaggi e, attraverso queste, abbiamo conosciuto le persone: donne, uomini, bambini, dove vivono, cosa fanno per vivere. E l’impatto con le loro vite è stato stravolgente, le emozioni provate sono state incredibili.

 Ognuno di noi è arrivato lì portando il proprio vissuto come fosse un libro rilegato, chiuso: ciascuna pagina era un pezzetto di noi che il tempo aveva scritto, definendo giorno per giorno il nostro cuore, le nostre aspettative, il nostro ruolo nel mondo.

Arrivare in Africa e in Brasile e vivere l’esperienza di questo viaggio è stato come un vento forte che ha aperto il libro e fatto volare le pagine. La nostra quotidianità, per noi così scontata, fatta di certezze, di comodità, di possesso di cose e persone, si è sgretolata già nei primi giorni di vita lì.

Un ragazzo in Togo ha detto che questo viaggio ha spaccato in due la sua vita.

Alcuni dei ragazzi non hanno parlato nei primi giorni della nostra permanenza: quello che stavano provando era tanto forte per loro e non riuscivano a decifrarlo.

Un altro ragazzo ha paragonato ciò che ha vissuto lì a un quadro del Caravaggio nel quale importanti non sono tanto i personaggi ritratti, quanto l’ombra e la luce che li risaltano e fanno scoprire l’essenziale.

Nei primi giorni del nostro viaggio ha predominato l’ombra: vedere i bambini, le donne, gli uomini, gli anziani che vivono in così tanta e schietta povertà, che si arrabattano per avere un po' di cibo, per fare un lavoro con i pochi mezzi a disposizione, che camminano chilometri per andare a scuola, che muoiono per non avere la possibilità di cure mediche, che tentano di salvarsi dalla violenza gratuita e incomprensibile delle strade in cui vivono...

I primi giorni abbiamo vissuto in uno stato di confusione, era come stare nella nebbia e non riuscire a vedere la luce, a trovare un senso a quello che stavamo provando.

Poi, stando con le suore, con Rodrigo e parlando con loro, facendoci raccontare le storie della loro vita, guardando ciò che fanno nelle loro missioni (asili, scuole, ospedali, villaggi), abbiamo compreso che la loro vita ”è” in relazione ai bisogni di quella gente, che il “donarsi” così gratuitamente e instancabilmente, come ha detto un altro ragazzo, è la loro vita.

E così, in un attimo, la nebbia si è dissolta, l’ombra si è ritratta e ha lasciato che il nostro cuore fosse riscaldato dalla luce e che i nostri occhi riscoprissero l’Essenziale.

Siamo tornati nelle nostre case in Italia felici, con il desiderio di raccontare a tutti i nostri cari e ai nostri amici, attraverso quello che avevamo visto, le nostre più profonde emozioni e con la speranza che quella Gioia e quella Gratitudine non potessero riguardare solo il viaggio, ma che ci accompagnassero nella nostra vita, nella semplice quotidianità.

Mirella Mancini,
a nome di tutti i ragazzi



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san luigi scrosoppi

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