Lo spettacolo “Lo spazio della vita sulla terra” è nato come un sogno che poco a poco si è realizzato grazie alla dedizione e al lavoro di tante persone ed è stata una bellissima e preziosissima esperienza di comunione e di entusiasmo.
La famiglia del CEFEC ha fornito un supporto essenziale per questa dimostrazione di talento e gioia. Infatti, tutti i laboratori del Centro hanno lavorato per un anno intero per costruire questo sogno; tutti i costumi, i manufatti e le scenografie sono stati progettati e pensati con cura e creatività. In definitiva, è stata un'occasione che ha motivato tutti a dare il meglio di sé e sicuramente ha fatto sperimentare la pace e l'armonia, costruendo un mondo nuovo, secondo la proposta della Laudato Si’.
Lo spazio della vita
Quando l'amicizia si intreccia con la passione per un progetto speciale, nascono storie incredibili. È esattamente ciò che è successo quasi due anni fa quando la mia cara amica Lia mi chiamò in cerca di aiuto per coordinare la logistica di un progetto davvero unico. Dovevamo far venire in Italia Rodrigo e un gruppo di giovani brasiliani per un omaggio speciale a suor Antonietta De Francesco. Ma questa è solo la punta dell'iceberg, e oggi vogliamo raccontarvi la storia da dietro le quinte.
La Regia segreta
Tutto ha avuto inizio con due donne straordinarie: la regista Lia Beltrami e suor Sandra, Madre Generale delle Suore della Provvidenza. Queste due figure eccezionali rappresentano il cuore pulsante di questo progetto, ma spesso rimangono dietro le quinte. Tuttavia, sono loro che dispensano consigli preziosi e danno indicazioni chiare in ogni situazione. Sono gli ingranaggi essenziali che mantengono in moto questa macchina perfettamente oliata.
Gli Attori protagonisti
Il primo incontro è avvenuto attraverso una videochiamata. Sullo schermo del mio computer comparvero Lia, suor Sandra, Rodrigo per il Brasile, Luca e Mariapia per Roma, suor Michelina e Fratel Enrico per Scampia, Don Andrea per Camerota, io per Trento insieme a Don Cristiano, Andrea per ‘Aurora Vision’ insieme a Marianna e Don Roberto del Don Bosco di Pordenone. In seguito, si uniscono a noi Federica di Montebelluna, Loredana e Stefania di Bergamo.
Queste persone mi hanno permesso di intraprendere un viaggio straordinario in Italia nella primavera del 2023. Ho voluto incontrarle di persona nei luoghi dove i ragazzi brasiliani sarebbero stati accolti. È stata un'esperienza indimenticabile e, per questo, non posso fare a meno di ringraziare tutti dell’ospitalità.
Grazie ad una “soffiata” di Don Roberto, conosco Loredana che si è unita al nostro gruppo “Laudato Si’”, una mamma e imprenditrice di Bergamo che vive e lavora nella zona vicina al CEFEC, il Centro Educativo di Formazione, Educazione e Cultura. Questo legame si è rivelato fondamentale per la logistica del tour dello spettacolo creato da Rodrigo nella zona di S. Paulo. In Brasile la figura materna di questi ragazzi è suor Maria, che insieme alle altre suore del Cefec li ha preparati per il viaggio. Grazie all’efficace coordinamento in Brasile tra Loredana, suor Maria e il team brasiliano, tutto è filato liscio.
Questo progetto è molto più di uno spettacolo. È una storia di amicizia, collaborazione e passione per la cultura e la condivisione. Dietro le quinte, persone straordinarie hanno lavorato instancabilmente per realizzare un sogno, creando uno spazio speciale per l’accoglienza dei ragazzi brasiliani in Italia. Grazie a Lia, a Suor Sandra e a tutto il team Laudato SI’ che ha collaborato, questo spettacolo è diventato un'esperienza unica e indimenticabile.
Un grazie speciale lo devo a Lorenza, mia moglie, che mi ha seguito, aiutato, corretto e guidato in tutto il lungo cammino di preparazione.
Mi piace sottolineare che la squadra di Lia, Andrea e Marianna & C, con Aurora Vision - la casa di produzione di Lia - sono stati costantemente presenti in questo percorso… Ci stupiranno con il film: AMAZONIA.THE SPACE OF LIFE ON EARTH… sempre con la regia di Lia Beltrami.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria avventura. Ringrazio innanzitutto il Signore, che mi ha guidato lungo questo percorso e mi ha permesso di fare esperienze meravigliose. Sono grato per l’opportunità di incontrare tante persone straordinarie e di dedicare il mio tempo al servizio degli altri.
Desidero ringraziare in modo speciale Lia, che mi ha letteralmente accompagnato da Papa Francesco; suor Sandra e suor Ana, che mi hanno accolto come un figlio nella Casa della Provvidenza di Roma, suor Michelina per la calorosa accoglienza a Scampia. Un grazie di cuore va anche agli amici e parenti di suor Antonietta a Predazzo, che ci hanno offerto una deliziosa cena prima dello spettacolo.
Non posso dimenticare di ringraziare Luca, Mariapia e il loro fantastico gruppo per l’organizzazione impeccabile delle giornate romane. Loredana e Stefania, con la loro costante presenza, sono state un prezioso legame tra Marcos Moura e l’Italia. Un ringraziamento speciale va anche a Don Roberto per la sua disponibilità e pazienza, grazie perché ci ha fatto vivere esperienze uniche a Trieste e Venezia.
E un super grazie per aver organizzato l’accoglienza, aver coccolato e accolto i ragazzi al Don Bosco di Pordenone. Naturalmente, non posso dimenticare la mamma di Don Roberto, con la quale abbiamo trascorso una splendida mattinata a San Pietro.
Grazie ancora a tutti voi per aver reso questa avventura così speciale e significativa. Sono grato per l’opportunità di condividere queste esperienze con persone straordinarie come voi.
Che il Signore vi benedica tutti.
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Veremos novamente! Ci rivedremo ancora!
Era il giorno 1 maggio, quando mio figlio Marco Antonio mi dice: “Mamma, stanno arrivando”. “Chi?” chiedo io. “I miei fratelli brasiliani”.
La parola fratelli mi colpì molto. Marco Antonio è un ragazzo schivo e con questa risposta voleva dire che ci teneva molto. Allora, malgrado i miei impegni e spinta da questo suo affetto, mi sono messa in gioco. Stava stilando un calendario di appuntamenti da far vivere ai ragazzi (lui era addetto ai trasporti con pulmini) e ogni volta che mancava un autista metteva me.
Lì per lì mi spaventavo di tanto impegno preso. Ma poi, a posteriori l'ho benedetto.
Sono arrivati il 18 maggio e mi sembrava già di conoscerli tutti e di voler loro bene come ‘figli'. Marco mi aveva parlato con ardore delle loro 'vite' e delle loro difficoltà. Ero totalmente coinvolta che avevo imparato i loro nomi da una piccola foto messa sullo stato del cellulare di Fausto.
E così, divertita, quando li incontravo, cercavo di indovinare e associare i volti ai nomi. I ragazzi mi aiutavano, così abbiamo rotto il ghiaccio quel giorno passeggiando per Roma.
Erano come bambini: diversi da noi, con dentro una forza incredibile. Abbiamo fatto cene insieme, siamo stati ad Assisi, in udienza dal Papa in Piazza di san Pietro. Quella è stata la cosa più grande in assoluto. La mattina alle 6.00 erano assonnati e stanchi, ma in una grande attesa. Poi d’improvviso li abbiamo visti ballare con una energia mai vista prima.
Alla fine abbracci, complimenti e sorrisi erano un tutt’uno. Erano felicissimi. Io mi porterò nel cuore sempre quel momento. Una opportunità grande per loro e per me.
Poi alla volta del Nord d’Italia; alla partenza ci fu tanta nostalgia, ma li avremo rivisti, allora si viveva nell’attesa.
“Mamma, tieniti pronta per la cena di addio del 6 giugno”. Lui non poteva essere presente, perché era partito per un viaggio di lavoro. “Ci sarò io, Marco”. Quella sera erano veramente felici, il velo iniziale si era aperto ed erano una cosa sola con noi.
E all’ultima ora li ho salutati con questa frasetta che avevo imparato prima da Google traduttore: 'Veremos novamente’ accompagnata da un abbraccio potente.
Mamma
Maddalena Notarmas
Il CEFEC di suor Antonietta arriva a Predazzo!
In primavera il Centro missionario di Trento ha contattato il gruppo missionario di Predazzo per l’organizzazione locale di questo evento.
Il gruppo ha coinvolto il Consiglio Pastorale e l’associazione NOI per le questioni burocratiche ed economiche e per gli aspetti pratici dell’organizzazione.
La collaborazione di altri gruppi della parrocchia e dei familiari di suor Antonietta hanno contribuito ad ottenere un bellissimo risultato organizzativo gratificato dai sorrisi e dagli abbracci dei ragazzi ed adulti del CEFEC.
Lo spettacolo “Lo spazio della vita” rappresentato in teatro è stato molto partecipato, vivace e gioioso.
I giovani ci hanno trasmesso tutto l’entusiasmo brasiliano, ma allo stesso tempo hanno sottolineato anche problemi e difficoltà del popolo dell’Amazzonia che tanto crede e vive nella natura e la vuole salvaguardare a beneficio di tutta l’umanità.
Certamente l’incontro che ci rimarrà nel cuore è stato quello avuto nell’Aula Magna di Casa Maria Immacolata con questi ragazzi, con le loro storie e soprattutto con il ricordo e la struggente nostalgia di suor Antonietta, che ha coinvolto i presenti fino alle lacrime.
Ringraziamo il CEFEC per la loro preziosa visita e il Centro missionario di Trento che ci ha dato questa opportunità.
Questo evento ha rinnovato nella nostra comunità lo spirito di condivisione e missione tanto caro a suor Antonietta.
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Ammirazione e rispetto
Mi è giunto l’Invito a partecipare a Roma all’Evento “LAUDATO SI’” promosso da giovani indigeni brasiliani, su base dell’Enciclica di Papa Francesco.
IL Santo Padre manifestava la necessità di prendersi Cura del Creato, come Dono ricevuto, con particolare attenzione ai più poveri
La Congregazione delle Suore della Provvidenza cura da molti anni Famiglie brasiliane in situazione di estrema povertà, criminalità, violenza nello Stato di Paraiba, tramite l’Istituzione del CEFEC.
Suor Antonietta Defrancesco ha dato tutto sé stessa per cercare di trasformare la vita di questi minori.
Rodrigo Baima, un giovane che dalla pluriennale assistenza ricevuta all’interno del CEFEC, mettendo a frutto il suo talento, ha educato egli stesso questi giovani, non solo a combattere la povertà ma a prendersi cura della natura!
Con l’entusiasmo loro trasmesso Rodrigo è riuscito a realizzare uno “show” espresso con danze e riflessioni.
Ne è nato non solo spettacolo ma una energia profonda per questi giovani e per chi l’ha seguito.
Io sono mamma di Padre Roberto Cappelletti Missionario salesiano in Brasile Amazzonia per una decina d’anni e sempre ho avuto nel cuore quella popolazione, la natura, le tradizioni, l’ambiente, purtroppo spesso martoriate.
Quanta collaborazione, quanto aiuto reciproco!
Assistendo all’udienza di Papa Francesco e guardando l’espressione di quei giovani (di età tra i 12 e i 20 anni) così partecipi, così gioiosi, rispettosi ho pensato: davvero loro hanno in considerazione i valori delle comunità aborigene.
Davanti al Santo Padre che dalla scalinata assisteva con evidente emozione allo spettacolo in Suo onore e gli abbracci che scambiava con tutti i giovani e Collaboratori, la gioia si è sprigionata.
Quanto dobbiamo imparare da Papa Francesco
Molte sono le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo Evento, alle quali va non solo il ringraziamento ma anche il pregio di aver rafforzato il rispetto verso il Creato
Alle Suore della Provvidenza il Buon Dio renda merito per la loro Opera.
Durante questo Evento, sempre ospitali, premurose, sorridenti pur nella naturale congestione
Un grazie personale, un abbraccio, una preghiera.
Mariagrazia
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