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Ufficio delle Letture

Ufficio delle Letture


Ant. 
Venite, adoriamo il Signore:
in san Luigi rivela il suo amore per noi. Salmo invitatorio come nell'Ordinario

Inno

Uniamoci, o fratelli,
con cuore puro e ardente
alla lode festosa della Chiesa di Cristo.

In questo giorno santo
la carità divina
congiunge san Luigi
al regno dei beati.

La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell'amore di Dio.

Egli è modello e guida
a coloro che servono
le membra sofferenti
del corpo del Signore.

Dolce amico dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via dell'Amore.

A te sia lode, o Cristo,
immagine del Padre,
che sveli nei tuoi santi
la forza dello Spirito. Amen.

1 ant. Nel Signore ha umilmente confidato ed Egli lo ha glorificato.

Salmo 20 2–8,14

Signore, il re gioisce della tua potenza, *
quanto esulta per la tua salvezza!
Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, *
non hai respinto il voto delle sue labbra.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni; *
gli poni sul capo una corona di oro fino.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, *
lunghi giorni in eterno, senza fine.
Grande è la sua gloria per la tua salvezza, *
lo avvolgi di maestà e di onore;
lo fai oggetto di benedizioni per sempre, *
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
Perché il re confida nel Signore: *
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.
Alzati, Signore, in tutta la tua forza; *
canteremo inni alla tua potenza.

1 ant. Nel Signore ha umilmente confidato ed Egli lo ha glorificato.

2 ant. Il Signore lo santificò e lo rese fedele, docile al suo volere.

Salmo 91 I (2–9)

È bello dar lode al Signore *
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunziare al mattino il tuo amore, *
la tua fedeltà lungo la notte,
sull'arpa a dieci corde e sulla lira, *
con canti sulla cetra.
Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, *
esulto per l'opera delle tue mani.
Come sono grandi le tue opere, Signore, *
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non intende *
e lo stolto non capisce:
se i peccatori germogliano come l'erba *
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna: *
ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.

2 ant. Il Signore lo santificò e lo rese fedele, docile al suo volere.

3 ant. Hai benedetto, Signore, l'opera delle sue mani, lo hai sostenuto nella prova.

Salmo 91 II (10–16)

Ecco, i tuoi nemici, o Signore, +
ecco i tuoi nemici periranno, *
saranno dispersi tutti i malfattori.
Tu mi doni la forza di un bufalo, *
mi cospargi di olio splendente.
I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, +
e contro i nemici che mi assalgono *
i miei orecchi udranno cose infauste.
Il giusto fiorirà come palma, *
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore, *
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti, *
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore: *
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.

3 ant. Hai benedetto, Signore, l'opera delle sue mani, lo hai sostenuto nella prova.

V. Il Signore conduce il giusto per un buon sentiero,
R. gli rivela il regno di Dio.

Prima lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3,1–17

La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.

Mortificate, dunque, quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora, invece, deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. Qui non c'è più Greco o Giudeo, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.

Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!

La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed in opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Responsorio Gal 3,27–28; Ef 4,24

R. Battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più né Giudeo, né Greco: * tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
V. Rivestitevi dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera:
R. tutti voi siete uno in Cristo Gesù.

Seconda lettura

Dagli scritti di san Luigi Scrosoppi, sacerdote e fondatore

(cfr. "Regole delle Suore della Provvidenza sotto la protezione di S. Gaetano" Udine 1862, Cap. VI, art. 15, pp. 82 – 86; Cap. VII, art. 8 pp. 92).

     La carità è il compendio e l'unione di tutti i beni

La vita dei veri discepoli di Gesù Cristo è uno spirito di unità, di carità e di concordia. Lo Spirito Santo dice che i primi fedeli erano un cuore solo e un'anima sola. Comparivano, come scrive l'apostolo, un solo corpo e un solo spirito, di una stessa vocazione, e di una stessa speranza (Ef 4,4); e in una unione sì stretta di carità e di voleri, da emulare l'unione somma e sostanziale che passa tra Gesù e il Padre suo, secondo quella preghiera divina: "prego… perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre sei in me e io in te, siano anche essi in noi una cosa solà" (Gv 17,21–22).

La carità, a sentenza di S. Agostino, supera la virtù di fare miracoli, di trasferire i monti, di profetare le cose avvenire; supera la limosina, e supera lo stesso martirio. Un taumaturgo, un profeta, un limosiniere, un martire, senza carità è un cembalo che fa strepito, è una cosa inutile, è un nulla: "cembalo che tintinna… non sono nulla… niente mi giova" (1 Cor 13). La carità è quella che più ci rende simili a Dio, essendo Dio carità; e chi ha la carità, sta in Dio, e Dio in lui: "Dio è amore, chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui" (1 Gv 4,16). La carità è frutto dello Spirito Santo, è il vincolo della perfezione, è il compendio e l'unione di tutti i beni.

Amate dunque Iddio; amate in Dio il vostro prossimo, e amatevi tra di voi scambievolmente di cuore: "Ricercate la carità" (1 Cor. 14, I); "Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno" (Rom. 12,10); "Soprattutto conservate tra voi una grande carità" (1 Pt 4,8).

Nell'amore fraterno troverete la concordia e la pace; e nella carità, nella concordia e nella pace avrete un pegno sicuro della vostra predestinazione alla gloria.

Per escludere dagli animi simpatie e antipatie, antigeni e avversioni, e mantenere la concordia, la pace, e la fraterna carità, si dovrà e rispettare la diversità dei naturali, che è opera di Dio, e compatire in questa diversità le imperfezioni e le debolezze, che sono proprie della creatura. Nelle produzioni di natura Dio ha posto una continua dissomiglianza, e ciò perché grandeggi la sua sapienza nella molteplicità delle idee e delle forme, e dalla moltitudine di cose dissomiglianti nasca una perfetta armonia ed una stupenda composizione. Così Dio operò nella famiglia degli uomini: non vi ha fattezza del tutto uguale, e non si trova un naturale somigliante ad un altro. Volle Dio che in questa differenza di cose vi fosse nel mondo quella concordia ed unione che risiede nella varietà delle cose sensibili, le quali nella loro diversità cospirano ad una perfettissima concordia.

Responsorio Fil 2, 2. 3. 4; Ts 5,14–15

R. Abbiate in voi la carità di Cristo, con umiltà considerate gli altri superiori a voi stessi, * non cercate il vostro interesse, ma quello dei fratelli.
V. Sostenete i deboli, siate pazienti con tutti, cercate sempre il bene tra voi e con gli altri;
R. non cercate il vostro interesse, ma quello dei fratelli.

Oppure:

Dagli scritti di san Luigi Scrosoppi, sacerdote e fondatore

(Archivio della Congregazione, manoscritto n. 15, predicazione 25.7.1830)

     La vostra carità verso il prossimo sia operativa.

L'amore di Cristo verso di noi fu amore soprannaturale, Egli ci amò perché eravamo sue immagini, ci amò per condurci a godere se stesso in Paradiso.

Il figlio di Dio discese dal cielo e ci diede le prove del più grande amore col morire per noi poiché in noi riscontrò la sua immagine e per darci la salute eterna: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".

Dunque soprannaturale deve essere l'amore nostro verso il prossimo. Amarlo per fini soprannaturali poiché creato da Dio, immagine di Dio, redento col preziosissimo Sangue d'un Uomo – Dio, capace della eterna gloria.

Amate il prossimo come Cristo amò voi, perché nel nostro prossimo è l'immagine di Dio, amatelo col fine di condurlo a Dio, per amore soprannaturale, e non si restringa ai parenti ed amici, ma sia il vostro amore universale come fu quello di Cristo.

Cristo infatti è venuto in terra per la salute di tutti. Egli passava per i villaggi e per le città impartendo a tutti benedizioni, invitava tutti a sé per dare ristoro e sollievo. "Venite a me voi tutti che siate affaticati ed oppressi, ed io vi darò riposo".

Vede le turbe bisognose di cibo e tutto si muove a compassione e tutti ciba. "Ho compassione di questa folla".

Si protestava di essere venuto per salvare tutti e poveri e ricchi, e grandi e piccoli, e buoni e cattivi. Tale dev'essere la nostra carità verso il prossimo, deve amare tutti, non deve escludere nessuno; se uno solo non amiamo, poveri noi, non abbiamo la vera carità.

Alcuni hanno ripugnanza ad amare i poveretti e quelli che recano loro offese ed ingiurie. Ma il fine per cui noi dobbiamo amare il prossimo, non è forse perché in lui si trova l'immagine di Dio?

Se voi vedete un Crocifisso d'oro e uno di legno, a quale dei due darete le adorazioni, le riverenze, gli inchini? Voi dite ad ambedue, poiché ambedue sono immagini di Cristo, e tanto basta perché uguale vi si deve l'omaggio. Eccoci al caso nostro.

Alcuni sono immagini di Dio vestite d'oro, d'argento, di facoltà, di ricchezze; altri sono immagini di Dio vestite di lana, di stoffa, di meschinità, però sono tutti immagini di Dio e perciò anche il più meschino deve essere da noi amato.

Che se parliamo dei nemici nostri, la carità deve prendere norma da Cristo che offeso, perdonava, e dava bene per male.

La carità di Cristo, modello della nostra, è carità operativa. Il contrassegno dell'amore è operare per la persona amata. Non dobbiamo dunque amare il prossimo con le sole parole, ma con le opere. Infatti Gesù Cristo non si accontentò di dire che ci amava, ma arrivò a dare la vita in testimonio del suo amore.

Un padre gli si accosta e dice essergli morta una fanciulla e Cristo subito si leva e lo segue con i suoi discepoli e la risuscita.

Consola la vedova di Naim con le parole e col fatto, ridonandole il figlio morto. Egli insegnava a tutti la strada per arrivare all'eterna felicità. Ammoniva i peccatori, istruiva gli ignoranti.

Ed operativa pure deve essere la nostra carità verso il prossimo. Bisogna fargli del bene come bramiamo sia fatto a noi.

Responsorio

R. Questo è il messaggio che avete udito fin da principio: * che ci amiamo gli uni gli altri.
V. Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto:
R. che ci amiamo gli uni gli altri.

Te Deum

Orazione come alle Lodi mattutine

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